Il fabbro nella Roma Antica

23.11.2015 12:31


Da quanto arriva da fonti storiche si sa che solo pochi anni dopo la fondazione di Roma,  esistevano già circa otto collegi per tipi di mestiere ovvero vasai, suonatori di tibia, orefici e argentieri, poi falegnami, tintori, fabbri, lavandai e fornai.

Sono fonti molto antiche che parlano dell'importanza di questi gruppi di mestieri utili per  mantenere  l'equilibrio socio-politico della città.

 Numa Pompilio si dice abbia per primo diviso il popolo in arti e mestieri, e Plutarco affermava : "Poiché la città era composta da due nazioni, o per meglio dire, separata in due partiti che non volevano in alcun modo unirsi, né far tacere quel dissenso che faceva nascere tra essi ogni giorno risse e contese interminabili. Egli pensò dunque che, come i corpi solidi non possono mescolarsi insieme quando sono interi, ma si uniscono più agevolmente quando sono sminuzzati o ridotti in polvere, facilitando l'unione la piccolezza delle parti, così era necessario dividere il popolo in tante piccole parti e creargli perciò degli interessi particolari."

Durante la Repubblica di Roma e anche ai tempi dell'Impero, l'artigianato che operava nel settore bellico ebbe grande lavoro soprattutto per produrre  armi e armature, e anche l'artigianato civile dato l'aumento della richiesta   di beni di consumo.

Anche nel settore edile in questo periodo erano molto sfruttate  le  specializzazioni artigiane: dai fabbri ai lignari,   cementari ,arcuari ecc.

 I collegi però furono nel tempo osteggiati e soppressi varie volte - in alcuni periodi adirittura rimasero in vita solo i fabbri che erano ritenuti necessari per la difesa - e gli altri vennero ripristinati nel III secolo dopo Cristo.